Nell’anno academico 2021/2022 è stato attivato, all’Università di Firenze, il nuovo corso di laurea magistrale “Intermediazione Culturale e Religiosa”. Abbiamo incontrato la Presidente del nuovo corso di laurea, la Prof.ssa Isabella Gagliardi. La Prof.ssa Gagliardi è docente e studiosa della Storia del Cristianesimo dall’Antichità al Medioevo, in particolare con una prospettiva comparativa.
GWC: Quali sono state le motivazioni che hanno portato all’istituzione di questo nuovo corso di laurea magistrale?
Prof.ssa Gagliardi: Il Corso è nato dopo un'attenta riflessione sulla società contemporanea, che è sempre più complessa e ricca, ma anche più fragile. Con i colleghi che, con me, hanno organizzato e promosso il Corso, ci siamo resi conto che spesso mancano gli schemi mentali e culturali adatti ad affrontare la presenza di culture e religioni diverse sul medesimo territorio. Firenze è una città sicura, ciò nonostante anche qui si sono verificati alcuni episodi di violenza che ci hanno indotto a ritenere che fosse giunto il momento di impegnarci più fattivamente come studiosi e docenti per cercare di migliorare la nostra società attraverso la formazione universitaria.
Abbiamo iniziato una ricerca sulla letteratura di riferimento, confrontandoci anche con enti e organizzazioni sensibili alle questioni interculturali, per capire quanto l’educazione possa diventare uno strumento per correggere alcune forme di pregiudizio, di esclusione e di violenza che intossicano la nostra contemporaneità. Con la parola violenza intendo identificare non soltanto le aggressioni verbali o fisiche, ma anche la violenza dell’indifferenza, quella violenza apparentemente invisibile perché generata dal disinteresse, ma pericolosissima perché crea esclusione ed emarginazione.
La letteratura internazionale ci è stata molto utile per focalizzare e iniziare a risolvere la questione, in particolare lo sono stati i report dell’UNESCO e le esperienze formative messe in atto in altri paesi europei, e in special modo in Francia, perché ci hanno consentito di conoscere come sono stati affrontati il multiculturalismo e la presenza di diverse religioni sul medesimo territorio. Abbiamo notato che la rivendicazione identitaria di vari gruppi sociali passa attraverso la religione; per questo il corso di studi che abbiamo fondato si colloca nella classe di laurea delle Scienze Religiose. A partire dagli anni Novanta del Novecento abbiamo assistito a una rinnovata vitalità delle rivendicazioni di tipo religioso, che sono state usate per affermare le identità culturali. Ciò ha determinato varie conseguenze, tutte molto complesse e che richiedono attenzione e pacatezza nella loro valutazione. Notiamo, per esempio, come si siano ormai affermati stereotipi che sono soltanto falsamente chiari ed evidenti, pur se hanno riscosso un grandissimo successo. Per esempio, quando si parla di un Occidente cristiano come se fosse una specie di monolite compatto e uguale, si afferma qualcosa di non corretto perché all’interno della religione cristiana coesistono grandi differenze, per comprendere le quali non è sufficiente un'unica definizione. Qualcosa di analogo si verifica anche per quanto riguarda le altre religioni. In ogni caso fa riflettere l’uso della religione per affermare la propria identità etnica o culturale ben al di là delle effettive credenze, così come colpiscono i pregiudizi e le interpretazioni errate o addirittura false che molto spesso sono diffuse anche dai media.
Occorre trovare un sistema di coesistenza e di convivenza che sia il più pacifico e il più proficuo possibile, rispettando le diversità e imparando ad apprezzare la ricchezza che esse portano: come la biodiversità in natura è sinonimo di ricchezza e di salute dell’ecosistema, così le diversità tra gli esseri umani possono diventare sinonimo di società culturalmente e umanamente ricche e in cui si vive bene.
GWC: Il contesto italiano ha le sue differenze e particolarità rispetto ad altri paesi europei, in che modo questo aspetto ha influito sulla progettazione del corso di laurea?
Prof.ssa Gagliardi: La situazione italiana è diversa rispetto a quella degli altri contesti europei ed è bene calibrare le proprie azioni su una corretta lettura e interpretazione della realtà con cui si ha a che fare. Calibrarci sulla realtà in cui lavoriamo e non assumere punti di vista e mentalità ad essa estranei è necessario perché non reggerebbero alla prova dei fatti, ma ciò non significa che sia proficuo confinare lo sguardo; anzi, al contrario, è utile e opportuno allargarlo per scovare stimoli e buone pratiche là dove essi sono stati realizzati e poi cercare di adattarli alle specificità del contesto in cui operiamo. Così abbiamo cercato di fare.
Quello che abbiamo acquisito dalle esperienze internazionali è stato soprattutto il metodo d'intervento, e nella fattispecie il coraggio di superare i confini disciplinari che nel nostro paese sono molto netti e di mischiare le scienze umane con le scienze della formazione e con le scienze sociali. In questo abbiamo preso ispirazione soprattutto dai corsi di studio francesi.
GWC: Il corso propone un approccio formativo di tipo interculturale ed interreligioso e ha anche un aspetto interdisciplinare, come si combinano questi metodi nel nuovo corso?
Prof.ssa Gagliardi: Abbiamo cercato di unire tra loro le discipline umanistiche e dell’area della formazione con le discipline delle scienze sociali per creare gli strumenti intellettuali idonei a interpretare la complessità delle società umane. Queste discipline sono affini tra loro, ma ciascuna è portatrice di uno sguardo e di un punto di vista diverso sulla realtà: moltiplicando i punti di vista possiamo ottenere una visione a grandangolo e così allargare la visuale, in modo da offrire ai nostri studenti strumenti intellettuali più raffinati e dunque in grado di interagire più correttamente- dunque più efficacemente - con la complessità del mondo in cui vivono e operano.
GWC: Una caratteristica di questo corso è quella di dare agli studenti degli strumenti teorici ma anche strumenti pratici attraverso i vari laboratori e tirocini, ci parli di queste attività?
Prof.ssa Gagliardi: Questi laboratori e tirocini sono collocati alla fine del percorso di studio e costituiranno l’inizio dell’elaborato di tesi che dunque prenderà il via da una realtà concreta. La tesi potrà essere un elaborato di ricerca e di studio teorico - infatti collaborano con noi istituti di ricerca come l’istituto Sangalli o il Medici Archive Project - ma potrà anche essere un lavoro su un caso concreto, costituito da alcune realtà locali. Il lavoro di tesi sarà importante perché analizzerà in modo approfondito un tema e, qualora si tratti di un tema di un soggetto con forti problematicità, sarà dedicato anche alla progettazione di soluzioni. In questo modo si realizzerà un approccio di studio che, partendo dalla teoria, approderà alla prassi e all’elemento fattuale, relazionandosi con la realtà in maniera il più possibile approfondita e corretta.
GWC: Per quanto riguarda gli sbocchi professionali, quali sono le competenze e gli strumenti caratteristici che questo percorso offre?
Prof.ssa Gagliardi: Queste competenze e strumenti consistono nella capacità di progettare, attraverso la cultura, i percorsi di formazione e/o di inclusione sia nell’ambito scolastico, che è quello più classico, sia nell’ambito di aziende e di enti che hanno un’utenza multireligiosa e multiculturale. Per fare un esempio concreto, pensiamo al bisogno di inclusione e di coesione drammaticamente presente nel contesto sanitario e ospedaliero, e a quanto sia difficile vivere situazioni di dolore sentendosi esclusi. In quell’ambiente c’è davvero un’urgente necessità di progettare e di realizzare sistemi di inclusione che si applichino nel vivo della realtà quotidiana di ammalati e di bisognosi, ma anche del personale medico e paramedico. Per preparare in maniera opportuna i nostri studenti a realizzare opere di questo genere, oltre alla serietà del percorso di studi e teorico che dovranno superare, sarà determinante il lavoro che faranno in sinergia con le Parti Sociali presenti nel nostro comitato d’indirizzo e che sono in grado di inserire i nostri studenti nella creazione di percorsi formativi e culturali da proporre ai vari soggetti e ai vari enti interessati e interessabili.
I nostri laureati saranno in grado di utilizzare tutte le risorse presenti nella realtà in cui operano per realizzare progetti inclusivi. Ancora per fare un esempio concreto, pensiamo a una risorsa che l’Italia possiede in abbondanza: il patrimonio artistico e culturale. Si tratta di un elemento estremamente importante e ancora poco impiegato per favorire l’inclusione ma che può rivelarsi uno strumento davvero straordinario. Per questo nel nostro Corso di Studi abbiamo attivato un insegnamento robusto di antropologia dei patrimoni culturali e tre diversi insegnamenti di storia dell’arte, per poi stipulare una collaborazione con il Progetto MUS.E, attivo nei musei fiorentini, e che a sua volta promuove il progetto AMIR, grazie al quale numerosi migranti sono diventati guide museali.
Ovviamente ognuno dei nostri studenti sceglierà un ambito privilegiato di formazione personale e, quindi, del proprio lavoro futuro, tale da rispondere alle sue inclinazioni personali e alle sue competenze precipue: potrà essere l’ambito museale e artistico; l’ambito della formazione o ancora l’ambito di una singola tradizione religiosa o di una singola o più comunità di minoranza nel loro complesso; l’ambito storico-sociologico o ancora l’ambito dell’etnolinguistica o dei traducenti italiani, perché, attraverso le scelte opportune degli esami da sostenere, potrà costruirsi una fisionomia culturale e professionale molto ben definita. Infine, ricordo che questo Corso di Studio abilita all’insegnamento di varie materie nelle Scuole secondarie, a patto che si siano maturati i crediti formativi opportuni.
GWC: Quali sono le prospettive future di studio e di approfondimento di questo corso di laurea?
Prof.ssa Gagliardi: I nostri studenti avranno diverse opzioni per potersi specializzare in base ai propri interessi. Volendo continuare a studiare le tematiche di ricerca connesse agli argomenti trattati nel Corso di Studi, è possibile concorrere ad alcuni dottorati di ricerca che si situano in continuità diretta con il Corso di Studi, Dottorati in Storia, Filosofia, Pedagogia e Scienze Religiose, presenti a Firenze, in Italia e all’estero (Ph.D). Ci sono anche dei master di secondo livello che permettono di acquisire specializzazioni particolari, per esempio c’è qui a Unifi un Master di documentarista storico, cioè volto a formare le competenze di chi vorrà lavorare nei media, dove si tratta anche la multi-confessionalità.
Ma esistono numerosi Master, in tutta Italia, in grado di intercettare l’interesse dei nostri laureati. Come dicevo prima non dobbiamo sottovalutare le possibilità anche all’estero, dove gli argomenti religiosi sono molto studiati e godono di considerazione in vari ambiti di studio, dalla sociologia, alla storia, allo studio dei testi delle tradizioni religiose. Quest’anno abbiamo vinto un finanziamento europeo con un progetto dal titolo “ENBELREL – Environment, Religions, Law”, che ci vede partner delle Università di Birmingham e di Colonia e che servirà per migliorare ulteriormente la prospettiva internazionale al nostro approccio scientifico e didattico ai temi che trattiamo. Questo progetto coinvolgerà anche i nostri studenti allo scopo di abituarli a studiare i fenomeni religiosi collegandoli a problematiche ambientali o legali
I fenomeni religiosi sono infatti fortemente connessi a temi di attualità e di ispirazione internazionale, non in ultimo perché tutti noi facciamo parte di un mondo globalizzato, in cui risulta determinante conoscere e riconoscere le interazioni e le relazioni internazionali e i loro effetti nel presente e nel passato per affrontare con successo le sfide del futuro.
GWC: Ci ha raccontato molte cose interessanti su questo nuovo corso di laurea magistrale, c’è qualcos’altro che vorrebbe aggiungere?
Prof.ssa Gagliardi: Vorrei ringraziare Good World Citizen per l’interesse che ha mostrato nei confronti del Corso e per essere parte sociale nel Comitato D’indirizzo dando la disponibilità a ospitare i nostri studenti tirocinanti nei vostri progetti. Questo è molto importante per gli studenti ma anche per noi docenti, perché le associazioni verificheranno sul campo la preparazione dei nostri studenti e potranno darci quei suggerimenti che per noi saranno molto utili per migliorare il nostro Corso di Studi.
Per ulteriori informazioni consultate il sito del Corso: https://www.intermediazione.unifi.it