Tutti sappiamo disegnare un cuore. Secondo alcune fonti la sagoma del cuore come la conosciamo adesso deriva dal geroglifico egizio per indicare spiritualità, emotività e sessualità. A sua volta questo carattere si ispirerebbe alla forma del seme del silfio (un frutto ormai estinto dell’antica Cirenaica utilizzato per le sue proprietà medicamentose tra cui quella del controllo delle nascite).
Oggi utilizziamo la sua icona come emoticon quando inviamo un messaggio o quando lasciamo sulla sabbia un pensiero affettuoso per qualcuno. Insomma… cuore come metafora dell’amore. Ma il cuore è anche organo vitale che il dottor Vito Troiani, come cardiologo, conosce bene e da cui ha trovato fonte di ispirazione. Una sua raccolta di poesie si intitola “Le pieghe del cuore”. Eccone un estratto:
Le piege del cuore
Rime
di suoni riflessi
sfiorano angoli invisibili
ombre senza contorno vibrano
nel respiro di un silenzio alieno
mentre con un sussulto
diffondi linfa
al corpo fiacco.
Lasciati andare.
Colma ancora il tuo spazio sgonfio
e libera il seme che inonda a valle.
Nel tuo ossigeno dolciastro
cellule e vasi crescono
umori scorrono
emozioni sbocciano.
Non solo di fibra è fatto il tessuto tuo
Nelle tue pieghe
un'anima
sottile come il vento
fibrilla
tra ceneri di speranza
appesa al domani.
Big Bang
Fremette la mano
sull'attimo fecondo
l'alba disattesa
spalancò
le pupille vergini della notte
iperboli di spazio replicarono al momento statico
in un sussulto rabbioso e caldo
la realtà infiammò il primo istante
nel lamento ubriaco
di un cielo primordiale
disteso a prendere forma
si dilatarono i primi sospiri
del tempo neonato
atomi densi
scivolavano su linee acute di gravità
e le distanze furono create
senza confini
dentro algoritmi ricurvi
infine
fu solo equilibrio
nel dominio della materia oscura
nata dal tuono
per diventare luce.